Shodan, nidan, sandan…

Shodan, la cintura nera primo dan, può essere un primo obiettivo del praticante

dan-kanji

. La traduzione di dan è, letteralmente, “scolpire gradini su per la montagna”, e rende bene l’idea dell’ascesa, tecnica, spirituale e morale del praticante. Ma rende anche bene l’idea che è solo un primo obiettivo: così come lo scalatore, arrivato alla vetta, scopre nuovi panorami, nuove vette, nuovi obiettivi, così il praticante, arrivato alla cintura nera, deve proseguire il suo percorso, consapevole della strada già percorsa ma con l’obiettivo del costante miglioramento.

Jigoro Kano, fondatore del judō, ha graduato shodan i suoi allievi per la prima volta nel 1883. Gichin Funakoshi, fondatore dello stile Shotokan, è stato il primo maestro di karate ad adottare la graduazione dan, nel 1924.

Chōjun Miyagi, fondatore del Gōjū-ryū Karate-dō, era contrario alle graduazioni dan, e finchè in vita non ha mai graduato nessuno. Il maestro Morio Higaonna racconta un episodio a riguardo: durante un soggiorno a Kyoto il maestro Miyagi fu invitato a cena da alcuni membri del Butokukai e da alcuni allievi delle università giapponesi. Durante la cena uno dei commensali si avvicinò al maestro Miyagi consegnandogli una busta contenente dei soldi e dicendogli “Ippitsu onegai shimasu”, traduzione libera, “ci metta qualche firma sui diplomi di dan”. Il maestro Miyagi rifiutò la busta e fu anche la sua ultima visita a Kyoto.

Ma non era contrario ai titoli in genere, lui stesso fu riconosciuto kyoshi (il secondo livello del livello di maestria) dal Butokukai nel 1937 e raccomandò il suo allievo Jin’an Shinzato per il titolo di renshi (primo livello) nel 1939.

Credo che nella pratica odierna le graduazioni siano importanti, permettono di riconoscere l’impegno del praticante e la qualità di una scuola. Mi piace la nostra tradizione di consegnare la cintura nera shodan al praticante con il solo karategi, senza cintura marrone indosso, per ricordare, per dirla con le parole del maestro Miyagi, di continuare a “praticare duramente con la mente del principiante”.

Cari yudansha, buon cammino nel club dei principianti!